mercoledì 29 aprile 2015

Italicum: perchè si alla legge elettorale

Qualche giorno fa abbiamo fatto un'analisi dell'Italicum, la legge elettorale in discussione alla Camera e su cui il governo ha messo la fiducia.

Le opposizioni parlano di attentato alla democrazia, di fascismo, di cambiamento del sistema politico italiano, ecc.

Ora, pur essendo d'accordo sul fatto che il metodo seguito per l'approvazione di questa legge elettorale è sicuramente criticabile, credo sia necessario fare alcune considerazioni e riflessioni, per cercare di spiegare meglio perchè io personalmente sono favorevole.

L'Italicum prevede le seguenti cose: 

- premio di maggioranza o doppio turno: il premio di maggioranza del 15%, scatta se un partito raggiunge il 40% delle preferenze; si può arrivare, quindi, al 55%, che corrisponde a 340 seggi su 617. Se nessuno supera il 40%, si va al ballottaggio, a cui accederanno solo i due partiti che avranno ottenuto il maggior numero di voti al primo turno. 

- soglia di sbarramento al 3% (ovvero vengono eletti i deputati di quei partiti che ricevono almeno il 3% dei voti)

- divisione dell'Italia in 100 circoscrizioni, in ognuna delle quali verranno presentate liste con in media sei candidati per ciascuna; ogni circoscrizione avrà un capolista designato dai partiti mentre a partire dal secondo eletto scatteranno le preferenze, 2 per ogni votante, di cui uno deve essere donna.

Alla luce di questo, e tenendo presente quanto già detto in merito, voglio fare un'analisi di questi tre punti, dicendi subito che la soglia di sbarramento al 3% è, a mio parere, bassa ma tant'è.

Sulle preferenze, innanzitutto, sarebbe bene fare un bagno di coerenza, al fine di evitare di dire oggi l'esatto contrario di quanto affermato ieri (e sottolineo che vale per tutti, premier compreso); questo perchè quasi tutti coloro che oggi si esprimono a favore delle preferenze, ieri non lo erano; basta fare una ricerca sul web per andare a scoprire chi era a favore delle preferenze e chi contro.

Inoltre, è bene ricordare che le preferenze sono presenti nelle elezioni locali e regionali (e non mi sembra che ci sia una platea di scienziati nei vari governi) e, oltre al fatto che due referendum sono stati votati negli anni '90 per l'abolizione delle preferenze, è innegabile come le stesse siano state storicamente utilizzate per scambi di favori e politiche clientelari.

Sicuramente l'attuale sistema di nomina politica non ha fatto meglio; per cui in sistema "misto", in cui c'è un capolista nominato e gli altri devono "cercare i voti" per poter essere eletti potrebbe rappresentare una discreta via di mezzo.

Riguardo al premio di maggioranza alla lista, sarebbe bene ricordare cosa avvenuto negli ultimi venticinque anni: maggioranze variabili, coalizioni infinite e messe insieme solo per raggiungere la maggioranza e legislature che duravano un paio d'anni; ora, vi sembra una cosa così terribile il fatto che chi ottiene il maggior numero di voti (e il 40% sono una bella fetta di elettorato) abbia il diritto/dovere di governare? O dobbiamo per forza rassegnarci alle coalizioni e agli "inciuci" come qualcuno li definisce?

Ciò non toglie che, visto anche la discussione relativa all'abolizione del bicameralismo perfetto, è necessario concepire miglioramenti per quel che riguarda una maggior tutela delle minoranze, e più in generale ad un equilibrio dei poteri, magari dando più potere allo stesso Senato in termini di fiducia al governo.

Qualcuno sostiene che l'Italicum stravolge il funzionamento della Repubblica perchè permetterebbe praticamente l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, mentre l'Italia è una repubblica Parlamentare; in sostanza la critica riguarda il fatto che il parlamento si ritroverebbe solamente a ratificare l'elezione del governo.

Visto la situazione degli ultimi tre governi, nati in Parlamento e non rappresentativi dei risultati delle elezioni, avere la possibilità di scegliere chi dovrà governare è sbagliato?

L'idea che mi sono fatto, ascoltando le posizioni dei vari politici, è che sebbene l'Italicum non sia una legge elettorale perfetta, rappresenta in buona sostanza ciò che si dovrebbe pretendere al momento in cui ci si reca alle urne: la possibilità di scegliere chi vogliamo che governi; che esista una maggioranza omogenea che non si perda dietro agli interessi dei partitini o dei singoli deputati (lo so il PD al momento non è proprio così!); che si abbia la possibilità di conoscere, anche personalmente, le persone che si vanno a votare.

Le posizioni attuali di opposizione alla legge elettorale, rappresentano una mera volontà di non cambiare le cose, per fare in modo che permanga la politica degli accordi tra partiti, degli inciuci e delle coalizioni, in modo che pochi abbiano il controllo di molti...


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